Le News Di Kim Basinger

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26Novembre
Ecco il box office italiano di The Burning plain al suo 3° week-end di programmazione che va dal 21/11/2008 al 23/11/2008. In totale il film incassa ben 1.205.202.3 €

Poaizione Film Distribuzione weeks B.o This period Change Sale Incasso totale
1 TWILIGHT EAGLE PIC 3gg 3.949.268,64 0 551 3.949.268,64
2 LA FIDANZATA DI PAPA' MEDUSA FI 2 1.561.188,95 -40 491 4.840.060,39
3 BODY OF LIES WARNER BR 3gg 1.302.783,26 0 357 1.302.783,26
4 CHANGELING UNIVERSAL 2 920.674,26 -30 294 2.746.345,36
5 QUANTUM OF SOLACE SONY PICT 3 594.341,62 -62 296 6.519.804,85
6 HIGH SCHOOL MUSICAL 3 WALT DISN 4 344.947,07 -66 266 8.953.381,69
7 THE ORPHANAGE LUCKY RED 2 332.531,78 -44 185 1.171.195,43
8 GALANTUOMINI 01 DISTRI 3gg 193.570,81 0 91 197.011,31
9 SI PUO' FARE WARNER BR 4 179.557,71 -12 93 1.117.972,00
10 WALL-E WALT DISN 6 175.436,45 -44 130 8.539.250,20
11 BIENVENUE CHEZ LES CH'TIS MEDUSA FI 4 145.563,95 -57 85 2.698.640,49
12 AWAKE EAGLE PIC 2 128.602,25 -64 105 629.548,66
13 THE BURNING PLAIN MEDUSA FI 3 84.621,74 -72 72 1.205.202,3

 

19Novembre

Ieri c'è stato il debutto ufficiale della figlia di Kim Basinger, Ireland. Le due sono state, infatti, alla premiere del film Twilight che si è tenuta venerdì 18 Novembre a Los Angeles. Per vedere le altre foto vai nella sezione VARIE

18 Novembre

Incassi The Burning Plain del week-end 14/16 Novembre. il film in incassa 293.380 € posizionandosi al 9° posto dei film più visti con un incasso totale di 1.020.811 €

La fidanzata di papà

Distribuzione:
Medusa Film

Inc. week-end: € 2.559.089
Inc. Totale      : €
2.559.089

1 settimane
525 schermi

 

Quantum of Solace

Distribuzione:
Sony Pictures Releasing

Inc. week-end: € 1.529.860
Inc. Totale      : €
5.514.950

2 settimane
456 schermi

 

Changeling

Distribuzione:
Universal Pictures

Inc. week-end: € 1.278.969
Inc. Totale      : €
1.278.969

1 settimane
299 schermi

 

High School Musical 3

Distribuzione:
Walt Disneyì

Inc. week-end: € 989.442
Inc. Totale      : €
8.440.105

3 settimane
413 schermi

 

The Orphanage

Distribuzione:
Lucky Red

Inc. week-end: € 585.282
Inc. Totale      : €
585.282

1 settimane
201 schermi

 

Awake - anestesia cosciente

Distribuzione:
Eagle Pictures

Inc. week-end: € 347.134
Inc. Totale      : €
347.134

1 settimane
139 schermi

 

Giù al nord

Distribuzione:
Medusa Film

Inc. week-end: € 331.144
Inc. Totale      : €
2.452.887

3 settimane
201 schermi

 

WALL•E

Distribuzione:
Walt Disney Studios Motion Pictures Italia

Inc. week-end: € 296.144
Inc. Totale      : €
8.292.270

5 settimane
190 schermi

 

The Burning Plain

Distribuzione:
Medusa Film

Inc. week-end: € 294.380
Inc. Totale      : €
1.020.811

2 settimane
204 schermi

 

Si può fare

Distribuzione:
Warner Bros.

Inc. week-end: € 200.469
Inc. Totale      : €
858.308

3 settimane
98 schermi

The Informers, interpretato da Kim Basinger, Mickey Rourke, Winona Ryder, Billy Bob Thortone e Brad Renfro, recentemente deceduto.  uscirà in America il 1 Maggio 2009 e sarà diretto da Gregor Jordan

 

 

11 Novembre

Venerdì è uscito in 216 cinema italiani The Burning Plain. Durante il suo primo week-end di programmazione il film si è posizionato al 5° posto con un incassi di 540.152€. Ecco la classifica dei 10 film più visti nel week-end

1  Quantum of Solace
Distribuzione:
Sony Pictures Releasing
Inc. week-end: € 3.036.726
Inc. Totale      : € 3.036.726
1 settimane
467 schermi
 
2  High School Musical 3
Distribuzione:
Walt Disney Studios Motion Pictures Italia
Inc. week-end: € 2.023.974
Inc. Totale      : € 7.009.605
2 settimane
487 schermi
 
3  Giù al nord
Distribuzione:
Medusa Film
Inc. week-end: € 649.228
Inc. Totale      : € 1.912.219
2 settimane
312 schermi
 
4  WALL•E
Distribuzione:
Walt Disney Studios Motion Pictures Italia
Inc. week-end: € 555.807
Inc. Totale      : € 7.828.708
4 settimane
313 schermi
 
5  The Burning Plain
Distribuzione:
Medusa Film
Inc. week-end: € 531.515
Inc. Totale      : € 540.162
1 settimane
216 schermi
 
6  Tropic Thunder
Distribuzione:
Universal Pictures
Inc. week-end: € 401.470
Inc. Totale      : € 3.279.312
3 settimane
192 schermi
 
7  Vicky Cristina Barcelona
Distribuzione:
Medusa Film
Inc. week-end: € 355.931
Inc. Totale      : € 5.296.435
4 settimane
162 schermi
 
8  Mamma Mia!
Distribuzione:
Universal Pictures
Inc. week-end: € 310.443
Inc. Totale      : € 8.270.183
6 settimane
117 schermi
 
9  Pride and Glory - il prezzo dell'onore
Distribuzione:
Eagle Pictures
Inc. week-end: € 296.905
Inc. Totale      : € 1.214.873
2 settimane
216 schermi
 
10  Un gioco da ragazze
Distribuzione:
01 Distribution
Inc. week-end: € 250.732
Inc. Totale      : € 250.732
1 settimane
173 schermi

 

Rassegna stampa The Burning Plain

Paolo Merghetti  Da "Il corriere della sera"

Regista, invece, non solo si nasce ma si diventa pure e Guillermo Arriaga, applaudito sceneggiatore di González Iñárritu (Amores perros, 21 grammi e Babel), sostiene il suo esame al Lido dirigendo il primo film, che naturalmente ha anche scritto: The Burning Plain. La piana in fiamme di cui parla il titolo è quella dove, nella prima scena, brucia una roulotte con due amanti dentro, Gina (Kim Basinger) e Nick (Joaquim De Almeida). Nelle due ore successive torneremo avanti e indietro nel tempo e nello spazio per scoprire altri personaggi: Sylvia (Charlize Theron), la direttrice di un ristorante di Portland schiacciata da chissà quale colpa che le impedisce di avere una relazione stabile e la spinge ad automartoriarsi; Mariana (Jennifer Lawrence) e Santiago (J.D. Pardo), figli rispettivamente della donna e dell' uomo che sono bruciati nella roulotte e che cercano di capire insieme che cosa ha spinto i genitori a tradire le loro famiglie e a fare quella fine; Maria (Tessa Ia), che ha visto il genitore precipitare con l' aereo che gli serviva per disinfestare i campi. Oltre naturalmente a Gina e Nick, di cui scopriremo le ragioni del loro amore. Come tutte queste storie finiscano per entrare in rapporto l' una con l' altra è una sorpresa che non bisogna rivelare. Si può dire, invece, che il tema di fondo del film è quello delle responsabilità degli adulti verso i giovani e di come i figli cerchino, non sempre nel modo giusto, di fare i conti con quelle «colpe». In qualche modo era un filo rosso già presente nelle sceneggiature scritte per González Iñárritu e qui diventa l' ossatura di un film che ha al suo attivo una prova convincente di tutto il cast, dove due star di Hollywood accettano di apparire meno splendenti di quanto la natura permetterebbe loro. Il punto debole di questa prima regia resta invece il meccanismo degli incastri spazio-temporali, che finisce per sovrastare tutto: serve per tener desta l' attenzione dello spettatore fino alla, anzi alle rivelazioni finali, ma lascia il sapore di qualche cosa di gratuito, di una «furbizia» da sceneggiatore che finisce per mascherare una regia niente più che corretta e scolastica. Ma è un' opera prima, e se son rose...

Roberta Ronconi da "Liberazione"

L'ex pugile nonché, a questo punto, ex sceneggiatore e neo-regista Guillermo Arriaga (reso famoso dalle scritture di "Amores Perros" e di "Babel", così come dei contorti "21 grammi" e "Le tre sepolture") non brilla per leggerezza né tantomeno per ottimismo. E' vero che la vita di ciascuno di noi pullula di disgrazie, ma non per questo ce le dobbiamo raccontare tutte ogni volta. Il suo esordio alla regia ("The burning plain", ieri a Venezia in concorso) torna sulla multi-trama alla "Babel". Tre donne di tre generazioni (Charlize Theron, Kim Basinger e la giovane Jennifer Lawrence) si agitano nelle loro vite parallele e contorte. Ognuna di loro nasconde nel cuore terribili verità dettate dall'eccesso di amore. Il complesso ordito di destini si intreccia ovviamente alla fine, con colpaccio finale capace di far tirare un gran sospiro di sollievo al pubblico. Che finalmente capisce tutto e, prostrato dalla tensione cerebrale, si scioglie in lacrime. Un po' "Ponti di Madison County", un po' affresco alla Marquez, Arriaga più che debuttare sprofonda nei suoi vecchi vizi, rispolverando un soggetto che sconta i 15 anni nel cassetto e l'auto-remake. Così che, invece di proporci qualcosa di inedito, il cineasta messicano finisce per propinarci una minestra riscaldata. A cui poco aggiunge la poetica dei quattro elementi (aria, acqua fuoco, terra) di cui sembrano fatti i paesaggi e le trame umane che li abitano. Appassionato invece lo sforzo di aderire ai difficili personaggi delle attrici. Charlize Theron (qui anche produttrice) si sceglie un ruolo difficile e sgraziato a cui comunica un po' troppa fissità, mentre Kim Basinger regala ai suoi splendidi cinquant'anni uno dei suoi ruoli migliori. Girato tra l'Oregon e i deserti del Messico, questa "Pianura bruciante" piacerà al grande pubblico, ma molto meno alla critica pignola come la nostra. Che infatti si agita anche per l'altro titolo ieri in concorso, firmato dall'iraniano-franco-tedesco Barbet Schroeder. Il suo "Inju" è un omaggio all'amato Giappone, al cinema poliziesco, a quello sui samurai e infine alla letteratura noir di Edogawa Ranpo (l'Edgard Allan Poe d'Estremo Oriente). Anche solo questa sfilza di commemorazioni rende l'idea del caos in cui ci stiamo infilando.
Un giovane giallista francese (Benoit Magimel) vede il suo best seller pubblicato in Giappone. Studioso accanito del suo rivale nipponico, Shundei Oe, decide di recarsi a Kyoto per promuovere il suo libro e lanciare una sfida all'oscuro e invisibile Oe. Tra teste mozzate, case abitate da fantasmi e una misteriosa geisha (che in realtà si dice "geiko"), i due si sfideranno senza esclusione di colpi. Il risultato è divertente, ma anche qui la presenza in concorso ci pare ingiustificata. Al terzo giorno di gara le nostre idee sono ancora altamente confuse e le intuizioni sul Leone assai pallide.

Roberto Silvesri da "il Manifesto"

Il deludente The burning plain, regia modesta del pur valente e esibizionista scrittore messicano Guillermo Arriaga (anche sceneggiatore di Babel e 21 grammi), con star hollywoodiane (Basinger, Theron) e presuntuose ambizioni d'affresco, scomposto come un puzzle spazio temporale. Questa love story adulterina finita cruentamente in un rogo devastante, d'ambiente desertico e marittimo, di sensibilità aerea e terragna, che travolge e sconquassa la psiche dei figli e delle figlie incolpevoli, trasformandoli in assassinii delicati di adulti sofferenti, non avrebbe trovato che nell'Iran di Khamenei accoglienza produttiva e ricezione religiosa più entusiaste. È un film sul dolore e sull'amore visto dall'alto, spiato, inseguito, cacciato, mai toccato perché ha perduto i suoi luoghi e i suoi riti legittimi. Ma soprattutto è un film incapace di incidersi sugli oggetti, di metterli in metamorfosi visiva. Tanto la scrittura pretende di essere l'unica star.

Lietta Tornabuoni da "La Stampa"

Per un giorno (non di più, speriamo), Mostra nera, scelte incomprensibili, film-disastro. Quando il regista di The Burning Plain (La pianura che brucia, in concorso), il cinquantenne messicano Guillermo Arriaga lascia capire il mix tra passato e presente, vivi e morti, ieri oggi e domani che muove i suoi personaggi, ti viene uno scatto di nervi: «Adesso arrivi, Arriaga, a raccontare l'ibrido cronologico delle storie?». Arriaga, ex pugile, è alla sua prima opera come regista; è stato sceneggiatore di film apprezzati (Amores perros, 21 grammi, Babel); ha litigato con il suo regista Alejandro Gonzalez Inarritu; predilige le storie affastellate, con diversi personaggi ed episodi, sentimental-melodrammatiche nella speranza che siano popolari.
Tra il deserto di Chihuahua nel Nuovo Messico e la zona costiera dell'Oregon vicina a Portland, ha raccontato in The Burning Plain alcuni personaggi ai quali ne capitano d'ogni genere: adolescente che ammazza col gas la madre e l'amante della madre, bruciati vivi così strettamente uniti da dover essere separati col coltello; Kim Basinger che non vuol essere toccata sul petto dove è stata operata di tumore «e la cicatrice è così brutta»; un aereo per le disinfestazioni agricole che cade, si spacca, ferisce gravemente il pilota; due adolescenti che si fanno cicatrici col fuoco per non dimenticarsi mai uno dell'altro; una madre che dopo dodici anni si trova di fronte alla figlia abbandonata appena nata, e scappa via con spavento.
L'andamento del film (non la sua struttura) è tradizionale, in ogni sequenza si fa appello alle emozioni primarie, spesso risulta tedioso. Kim Basinger, chirurgia plastica o non chirurgia plastica, è sempre molto attraente; e Charlize Theron, protagonista oltre che produttore esecutivo, è una delle poche capaci di esprimere insieme dolore e sensualità; ha una bellezza commovente, pesta e insieme aggressiva perché libera, banale e insieme rara.
 

Federica Lambretti Zanardi da "Il Venerdì di Repubblica"

Per la sua prima volta da regista lo sceneggiatore dei film di Inarritu ha scelto due grandi star (e una promessa). E racconta una storia dolorosa e violenta. Come la sua vita da bambino a Città del Messico.
Ho voluto fare il mio primo film da regista su una storia tutta al femminile perché sono sempre stato attratto dalla complessità psicologica delle donne. Per anni ho anche pensato di conoscerle bene. Poi, vedendo crescere mia figlia, ho capito che ho ancora moltissimo da imparare». Guillermo Arriaga è un uomo allegro e spiritoso, con due occhi chiari che non lasciano immaginare gli abissi di oscurità e dolore che riesce a raccontare nei film che ha scritto: da 21 grammi a Babel a Le tre sepolture. Ora, dopo aver interrotto bruscamente il sodalizio cinematografico e umano con il regista Alejandro Gonzalez Inarritu (pare abbiano litigato sullo paternità creativa dello script di Babel) lo sceneggiatore messicano, 50 anni, si cimenta nella sua prima regia.
In The Burning Plain, presentato in concorso all'ultima Mostra di Venezia, sono analizzate tutte le sfumature della relazione fra madre e figlia: la competizione, la gelosia, la necessità di uccidere simbolicamente la figura materna per diventare a propria volta madre, il senso di colpa che ne consegue. La storia raccontata con gli sfasamenti temporali cari allo stile narrativo di Arriaga, è interpretata da tre attrici straordinarie: Kim Basinger, che sarà per l'abilità del chirurgo estetico o per altro, luminosïtà i suoi 54 anni e dà vita a una figura commovente e malinconica. Charlize Theron, (qui anche produttrice) sexy perfino quando si strazia le carni con una lametta, e l'esordiente Jennifer Lawrence, bionda modella con futuro da star (ha vinto a Venezia il premio Mastroianni). Su di loro aleggia ïl senso di morte e destino che attraversa i film scritti da Arriaga.
«La figura centrale è Sylvia (Charlize Theron), sin dalla prima scena si capisce che ha subito un danno. Nel suo passato è accaduto qualcosa che le impedisce di perdonarsi. Un po' come il personaggio di Benicio Del Toro in 21 grammi» spiega Arriaga, che durante tutta l'intervista si diverte a mescolare lingue diverse: spagnolo, inglese, italiano. l danno di Sylvia è legato al rapporto con la madre (Kim Basinger), morta quando lei era adolescente, bruciata in un camper nel deserto stretta al suo amante. Un lutto che ha fatto di lei una donna fragile e autolesionista che macina uomini e vuole rimuovere il passato. Il film è raccontato come un puzzle in cui solo alla fine ogni personaggio, ogni storia trova il suo posto. «Mi chiedono spesso perché scrivo così le mie sceneggiature. Semplicemente racconto la vita com'è, senza darle un ordine che nella realtà non esiste mai».
È come se Arriaga avesse un serbatoio di racconti che porta dentro sin dall'infanzia. E ci si chiede allora da dove nasce quel senso profondo della violenza, della sopraffazione. «Sono cresciuto a Città del Messico, in una famiglia borghese e serena con tre fratelli, ma in un luogo in cui queste suggestioni facevano parte della vita. Sono stato a contatto con la violenza da quando ero bambino. A dieci anni, giocando sono caduto in una pozzanghera e ho sporcato una ragazzina che passava dì lì. Suo fratello ha preso un bastone e mi ha picchiato a morte. A otto anni per strada dei ragazzi più grandi per fare i bulli mi hanno spento le sigarette sulle braccia. Poi, durante l'università, ho avuto dei problemi cardiaci; molto gravi. Viviamo in una società in cui la morte è rimossa: ma non possiamo davvero "sentire" la vita se non conosciamo il rovescio della medaglia».-In The Burning Plain il mondo interiore femminile è raccontato in modo puntuale e commosso, gli abissi della psiche sono sondati con chiarezza e ogni filo narrativo si dipana in una matassa alla fine ordinata. È stato tanto acuto da premeditare questo intreccio in fase di scrittura? «Non credo di essere così intelligente. Certo sono affascinato dalla psiche umana, tanto che mi sono specializzato in psicologia. Però ai miei studenti dico sempre: non cercate mai di scrivere qualcosa di profondo, raccontate una storia e basta. Se avete qualcosa di particolare dentro, la vostra opera vi assomiglierà».
Arriaga vive in un mondo di parole, oltre le sceneggiature di film mai passati Inosservati (nel 2005 con Le tre sepolture ha vinto il premio miglior sceneggiatura al Festival di Cannes), è autore di quattro romanzi (Retorno 201, Il bufalo della notte, Un dolce odore di morte e Pancho Villa e lo Squadrone Ghigliottina, pubblicati in Italia da Fazi). Quando ha cominciato a scrivere? «A dieci annï, spinto dalla mia passione per le donne. Ero romantico ma molto timido e non riuscivo a parlare con la ragazzina che mi piaceva. Così scrivevo lettere d'amore. Molto belle. Tanto che i miei amici mi chiedevano di scriverle per loro» Come Cyrano de Bergerac? «Pensi che li aiuto ancora oggi. Un mio amico che frequenta le chat mi ha chiesto di chattare al posto suo. Gli ho già "conquistato" due donne»
.

Adriano Ercolani da "Coming Soon"

Presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, dove la giovane Jennifer Lawrence ha conquistato il premio Marcello Mastroianni come giovane promessa per il futuro, l’esordio nella regia dello scrittore messicano Guillermo Arriaga si presenta come un melodramma dalla fattura più che accettabile, che ripropone gli intrecci narrativi ed i differenti piani temporali che hanno reso famose le sceneggiature dell’autore dirette poi da Alejandro Gonzalez Iñárritu. Elegante nella confezione, grazie alla fotografia semplice ma assolutamente efficace del premio Oscar Robert Elswit, The Burning Plain è un melodramma che gioca su molti dei luoghi comini del genere, sfruttando appunto il fatto che i personaggi che vuole raccontare sono in qualche modo sedimentati in questo stesso tipo di pellicole; Arriaga in questo modo è ancora una volta libero di sperimentare le sovrapposizioni tematiche e temporali che tanto predilige, riuscendo però soltanto in parte a rendere il suo film valido. Si ha infatti l’impressione che il tipo di messa in scena più “espressionista”, accentuato a livello visivo che Inarritu sovrapponeva alle sue sceneggiature appariva maggiormente funzionale al tipo di lungometraggio che si voleva realizzare. Il film di Arriaga ha quindi la bellezza dell’opera corretta e sufficientemente intelligente, ma più di tanto non riesce a colpire lo spettatore a livello emozionale. Anche il cast di interpreti principali risulta efficace, ma tutto sommato niente a che vedere con le prove sanguigne del trio di 21 grammi o anche del gruppo di attori di Babel. Insomma, alla fine Arriaga dimostra di conoscere con pienezza la materia che tratta, ma come regista sembra avere ancora bisogno di affinare il proprio stile personale (fosse anche lineare e realistico, come nel caso di questo lungometraggio) per renderlo maggiormente capace di arrivare alla sensibilità del pubblico.

Fabio Ferzetti da "il Messaggero"

Una baracca che brucia in mezzo alla pianura. Una donna che va a letto con chiunque le capiti a tiro ma per punirsi, senza un briciolo di gioia. Una figlia che inizia a scoprire qualcosa sul padre solo dopo averlo visto quasi morire. Un’altra donna che ferma la mano dell’amante ogni volta che si avvicina al suo seno. Un gruppo di ragazzi in visita ai resti della baracca. «E’ qui che mio padre si incontrava con quella puttana. Sono bruciati vivi mentre erano a letto insieme. Per staccare i corpi hanno dovuto usare il coltello».
Chi conosce i film di Alejandro Gonzalez Iñarritu (Amores Perros, 21 grammi, Babel), riconoscerà nel puzzle di situazioni e di sentimenti estremi di The Burning Plain - Il confine della solitudine la mano dello sceneggiatore Guillermo Arriaga, qui alla prima regia. È una tecnica di sicura suggestione, anche se meno sofisticata e innovativa di quanto sembri. Si tratta di far procedere il racconto su strade parallele, confondendo ad arte le piste e la cronologia. Ignorare i rapporti fra le diverse piste del racconto accresce il mistero e la tensione.
È anche una tecnica abusata. Da Altman (America oggi) a Paul Haggis (Crash), da Tommy Lee Jones (Le tre sepolture, sempre scritto da Arriaga) a P.T. Anderson (Magnolia), sono in molti ad aver lavorato sulla dislocazione e il differimento del racconto. Naturalmente bisogna vedere cosa resta sul tappeto quando poi il puzzle si ricompone. Il rischio è che il disegno finale si riveli meno interessante dell’enigma iniziale. Come accade anche nel seducente quanto poco convincente esordio di Arriaga, che rivernicia di nuovo sentimenti antichi quanto il melodramma.
Che cosa sarebbe The Burning Plain senza la bellezza (e la bravura) degli attori, cosa sarebbero le loro sofferenze senza l’incanto dei paesaggi fotografati dal Robert Elswit del Petroliere (un incanto che sembra largamente preesistere al film), come faremmo ad avvicinarci a questo insieme straziato di amori e legami famigliari senza i movimenti di macchina lenti e avvolgenti con cui Arriaga ausculta i suoi personaggi stavamo per scrivere le sue vittime?
Perché alla fine il punto è proprio qui: malgrado il pathos che sprizza forzosamente da ogni dettaglio, su tutta questa storia di colpe e riscatti, punizioni e autopunizioni, aleggia un vago ma persistente senso di gratuità che dà al film una vaga coloritura sadica. Come se questi personaggi non avessero vita propria, come tutti i veri personaggi, ma fossero “ostaggio” del film, del suo disegno, di una logica che incombe sopra di loro dal primo all’ultimo fotogramma finendo per schiacciarli. Come già in Babel e in 21 grammi, a ben vedere, anche se lì a mascherare gli abusi dello script c’era ben altro regista.

Monica Cabras da "Film UP"

Alla sua prima esperienza da regista, lo sceneggiatore messicano Guillermo Arriaga, nominato agli Oscar per "Babel", ci regala un film commovente, denso di sentimento ed emotivamente coinvolgente.
La pellicola comincia con una roulotte in fiamme, nella vastità del deserto del New Mexico, dove due amanti clandestini raggiungono l’eternità del loro amore, per poi passare alla piovosa Portland dove una donna dallo sguardo triste gestisce un ristorante con più cura di quanto non faccia con la sua stessa vita. Ancora in New Mexico un ragazzo che seppellisce suo padre, mentre alza la terra dell’ultimo saluto, incontra lo sguardo di una ragazza che di recente ha perso sua madre, mentre in un campo di sorgo un piccolo aereo precipita davanti agli occhi di una bambina innamorata del suo papà.
Quattro storie, apparentemente separate tra loro, ma fortemente incatenate, attraverso lo spazio e il tempo, e attraverso i quattro elementi, fuoco, acqua, terra e aria, chiave di lettura e filo conduttore di tutto il film. Ciò che si scopre man mano che gli eventi procedono nella narrazione, è che le storie raccontate sono le stesse, ma viste in tempi diversi e dalla prospettiva di ogni singolo protagonista. L’evento è solo uno: la tragedia, ed è quello che l’ha determinata e ciò che poi ha causato a costruire tutto il film. Come dice lo stesso Arriaga, quando qualcuno racconta la storia della sua vita lo fa sempre senza un filo logico ben preciso, passando qua e la attraverso i fatti e il tempo, senza ordine. Ed è in questo modo che il regista ha voluto raccontare il dramma di una donna, il rapporto con sua madre prima, e con sua figlia poi, il disagio e desiderio di scappare da se stessa. E ci riesce pienamente, aiutato da un cast veramente eccezionale che esprime a fondo e ritrasmette allo spettatore tutti i sentimenti e le emozioni.
Perfetta nel suo ruolo Charlize Theron, che già in "Monster" aveva dimostrato la sua crescita professionale, qui la riconferma e se possibile la rende ancora più solida, così come Kim Basinger, che da al suo personaggio allo stesso tempo una fragilità e una forza che solo l’esperienza e il talento possono permettere. Le due splendide attrici, che hanno iniziato la loro carriera ottenendo dei ruoli più per la bellezza che per la bravura, sono l’espressione di un Cinema femminile che va sempre più staccandosi dal clichè della pin up che mette in mostra le sue grazie, per dare spazio, finalmente alla recitazione, e all’interpretazione, rendendo i personaggi più simili alla realtà. Le due giovani protagoniste di questo film, Jennifer Lawrence e Tessa Ia, dimostrano di voler seguire le orme delle colleghe più note, mostrando una concentrazione ed un impegno che si trasformano in un’eccellente prova recitativa.
Altro protagonista importante del film è il paesaggio, l’ambiente che circonda i personaggi, e che ne determina i caratteri, i sentimenti, gli umori, e che permette, grazie all’abile fotografia di Robert Elswit e John Toll, di trasmettere allo spettatore, tutta la gamma di emozioni che la storia racconta: la paura, il senso di colpa, la possibilità di una seconda opportunità, la redenzione attraverso l’amore.
La scelta narrativa di mischiare passato e presente rende la pellicola coinvolgente, e grazie ad un montaggio perfettamente eseguito, i frammenti di vita dei protagonisti uniti in modo quasi disordinato, contrariamente a quanto si possa pensare, rendono il film scorrevole ed avvincente, tanto che non si fatica ad immedesimarsi nei personaggi e seguire la loro crescita anagrafica ed interiore.



Paolo D'agostini da "Repubblica"

In "The Burning Plain" un uomo e una donna sposati si amano clandestinamente. Lei è Kim Basinger. Finiscono arrostiti in un rogo doloso ma non è il caso di svelare per mano di chi. Nemesi vuole che la figlia di lei e il figlio di lui, contro tutti, si innamorino e diventino genitori bambini. Ma da questa possibile felicità lei fugge. Nel futuro, abbastanza anni perché l´adolescente sia diventata Charlize Theron e si dedichi con solerzia a un sesso onnivoro e cupo, il passato ritorna a presentare il conto, a offrire occasione di riscatto alle colpe. Intreccio inverosimile, accettabile se fosse un melò tradizionale, reso ostico da acrobazie di cronologia che d´altra parte ne fanno la personalità. Sono le stesse conosciute nei film del dotato messicano Iñarritu, dei cui "Babel", "21 grammi" e "Amores perros" ha scritto le sceneggiature Guillermo Arriaga, qui regista in proprio. Asso nella manica non solo commerciale le due interpreti, soprattutto Theron dalla quale c´è ancora da aspettarsi grandi cose.

 

7 Novembre

debutta oggi nei cinema italiani The Burning Plain. Solo a Roma è presente in ben 17 sale. Ricordo che il film oltre ad aver partecipato a Venezia 2008 è distribuito dalla Medusa!

 

6 Novembre

E'finalmente disponibile il trailer italiano di The Burning Plain

The Burning Plain debutterà nei cinema italiani domani 7 Novembre. Ecco gli altri film che usciranno:

 

Nella sezione spot è possibile scaricare lo spot Antarctica beer. Kim Basinger lo girò nel 1993 per la tv Brasiliana e fu pagata bel 600.000.000 pesetas per girare

Nella sezione Varie, invece, è possibile leggere alcuni stralci di interviste rilasciati da Kim Basinger in merito al film 9 settimane e mezzo e un secondo articolo che riguarda il boom di ascolti fatto dal film per la sua prima programmazione sulle tv italiane