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KIM INTERVISTATA PER MARIECLAIRE: GENNAIO 2009 -                                                                                         

Scelta confortata dal fatto che i test sulle consumatrici davano un gradimento globale. Bella sì, ma non molto fortunata. Tutte quelle battaglie con l’ex marito Alec Baldwin in fondo la sottraevano alla surrealtà della sua bionditudine patinata per riportarla a terra, tra le mamme single che combattono per i loro figli. Ma il tempo lenisce, i (dis)amori si acquietano e Kim, che dopo un Oscar nel 1997 per L.A. Confidential aveva diradato le apparizioni, è tornata al cinema con film di qualità. A Los Angeles, dove l’abbiamo incontrata, si racconta. Ed è proprio una della sua generazione, sempre giovane (almeno nello spirito) che non si fa problemi a ricominciare e ad aprirsi al nuovo.

Cosa significa invecchiare in modo diverso?
Amo la parola differently perché sembra vendere qualcosa di sbagliato. Tutti cercano di essere grandiosi quando pensano a termini legati ai cosmetici. La diversità, invece, ti rimanda alla semplicità che si è persa. La bellezza , in fondo, è come vivi ogni giorno, le tue scelte, vuol dire ritorno alle cose vere, terra a terra. Che cosa è davvero reale? Quello che ci rende tutti uguali: senso dell’umorismo e fondamenti spirituali. La vita non gira senza. Ecco perché mi piace un’età differente.

Lei dà l’impressione di essere timida. Essere bella l’ha rassicurata o è stato un problema?
Si dice che la bellezza sia nello sguardo di chi ti osserva e non tutti la colgono. Quando arrivi a Los Angeles, raramente sei accettata da alcuni e altri ti scansano. Certo i tuoi fan ti amano, ma ci sono sempre degli ostacoli. Qualcuno può pensare che non sei carina, o non sei giusta, che non hai talento. Quindi se, come me, sei stata una ragazza considerata molto bella e hai deciso di diventare modella e ti è stato detto che sei troppo sexy per farlo, lo vivi come un rifiuto. E poi a Hollywood ci sono molte barriere prima che qualcuno ti veda veramente, ti ascolti o voglia sapere chi sei realmente. È stressante.

Ma la bellezza è anche potere?
Lo è di più in Europa. Certamente ti trucchi e curi per essere più carina e ti senti immediatamente potente. Non c’è nulla di sbagliato in questo. È fantastico, è vanità e ne abbiamo tutti bisogno. Io sono vanitosa, voglio essere bella e considerata tale, soprattutto dalle persone che amo. Ma se ci si aggrappa soltanto a questo e non si supera la magnificenza dei vent’anni costruendo altre basi, ci si ritrova con delle amare sorprese. Invecchiare bene è fantastico, ma se nel frattempo non raccogli saggezza e conoscenza, se non ti apri alla vita, non cogli il risveglio e bruci di passione… Beh, ti perdi il senso della giovinezza. Ecco perché alcune appaiono più vecchie di quello che sono e altre mostrano una bellissima vitalità nonostante l’età.

Dice di aver avuto problemi, ma è entrata nella classifica delle 100 star più sexy della storia. Non è così male, no?
(Ride). Anche quello che è sexy per qualcuno non lo è per altri! Ma se guardiamo alla definizione socialmente accettata del termine, io mi sono trovata in molte situazioni di compromesso nella mia professione. Se ti inseriscono nella categoria quando sei giovane, poi non hai più scelta: dal film di James Bond alle foto famose di Herb Ritts che girano per il mondo con te nuda, per non parlare dei nomignoli che mi hanno affibbiato a causa delle labbra e che mi sono rimasti appiccicati addosso. Così entri nella mente delle persone in un certo periodo. Ogni era ha la sua bionda superstar sexy.

L’ha aiutata nei rapporti con gli uomini o con le donne?
La cosa ironica è che pensi di avere un asso da giocare con i maschi e invece ha creato più problemi. Io amo le donne e negli ultimi 10-15 anni ho imparato ad apprezzarle, voglio che abbiano potere, che si battano per i loro diritti, voglio il meglio per tutte. E vale anche per le “vere stronze” o certe tipe apparentemente forti tra quelle che conosco che, come tutte, hanno insicurezze e paure. La gente pensa che io non abbia preoccupazioni. Ma va, è falso. E tutte noi abbiamo quelle voci negative che ci ripetono: “Non vali abbastanza, non sei poi così sexy...” Quello è il momento in cui sento di capire meglio le altre donne.

*PAG*

Forse si relazionano bene a lei anche per tutte le vicende negative che ha vissuto, il divorzio?
Esatto. Non importa chi sei, cosa vuoi o quanti soldi fai, non sei sopra gli altri e hai gli stessi problemi. Mi chiedono come mi sento dopo tutto quello che ho dovuto passare e io rispondo che è stato il dono più grande, perché per ogni prova mi sono stati dati gli strumenti per superarla. Ce l’ho fatta, grazie a Dio, al senso dell’umorismo e alla forza che condivido con le altre donne che hanno avuto sfide come o diverse dalle mie.

Vegetariana, da anni supporta il Peta. Si batte sempre per i diritti degli animali?
La mia causa è per chiunque non si possa difendere: animali, anziani o persone che muoiono di fame, specialmente negli Stati Uniti. Non posso concepirlo in un paese ricco come il nostro, non c’è economia che tenga. Accetto la povertà, ma non l’andare a letto affamati. Voglio impegnarmi sempre più per dare voce alle creature del pianeta che non ce l’hanno.

Il suo prossimo film è The Informers dal libro di Bret Easton Ellis. Per lui gli anni 80 erano concentrati in: “L’avidità è bella, il sesso facile e la giovinezza è per sempre”. Come descriverebbe lei questi tempi?
Scriverei: la saggezza è fantastica, l’umiltà è assolutamente imperativa e la gratitudine è dimenticata.

Lei ha avuto una figlia dopo i 40 anni. Ha fatto differenza nel suo approccio alla maternità?
Assolutamente e ringrazio Dio ogni giorno. Stavo attraversando un periodo brutto, in una relazione dura e tumultuosa e non avevo intenzione di diventare madre. Ma ho scoperto di essere incinta ed è stato il meglio che potesse capitarmi. Mia figlia, Ireland, è il mio maestro migliore, mi ha insegnato molto su me stessa, sulla bambina che c’è in me e sulla voce che posso avere. Anche io le ho trasmesso tanto come adulto, ma lei mi ha guidato verso la pazienza, l’umiltà, i diversi livelli di amore, la mia forza e i miei istinti. E a combattere per quello in cui credo.

In The Burning Plain l’amore è sempre legato al sacrificio, alla perdita di libertà. Non può essere altrimenti?
Io spero di no, e prego affinché tutti possano trovare qualcuno. Poco fa, mentre le rispondevo, la mia mente ha vagato per un attimo. Ho un senso di sorellanza con le donne, ma spesso gli uomini con me si sentono insicuri o cercano di controllarmi. E succede anche nelle migliori relazioni. Soltanto una volta ho avuto la perfetta sincronia con qualcuno, una sensazione che esulava da tutto, così bella e incredibile. È stato il dono più grande e sono grata di averlo sperimentato. Poi ci sono state complicazioni e i tempi non erano giusti, ma io e quell’uomo ci siamo scambiati qualcosa di speciale. Spero ci sia qualcuno là fuori con cui rivivere un feeling così potente. Penso che l’amore possa essere libero quando le persone si accettano totalmente per quello che sono e non cercano di cambiare l’altro, ma anzi celebrano quello che si è. Spesso si fanno cose perché si è stati feriti prima e si proietta sui nuovi incontri la paura che si ripeta. Anche io ho sbagliato in questo, ma mi auguro che il dono dell’amore mi si ripresenti. Ma sono già una ragazza felice!

Grazie anche alla rinascita della sua carriera?
È diversa, vero? E non vedo l’ora subisca ulteriori cambiamenti. Ora che Ireland è grande vuole seguirmi ovunque e intendo cogliere opportunità fuori da questa città e dal mio paese. Quando era piccola veniva con me, poi mi sono fermata a fare la mamma per darle stabilità. Ora potrò fare progetti diversi.

Nei film lei appare sempre fragile. Le corrisponde?
Ho trovato un posto per mettere questa emozione nei miei personaggi. Mi piace insinuarmi nelle persone, sotto la pelle, ma anche confrontarmi con il loro lato fragile. Così sollevo la loro rabbia, le paure, e anche io divento vulnerabile. Ho cercato questi ruoli arrabbiati. Ma in futuro mi vedrete in parti diverse. Amo ridere e vorrei fare una commedia, adoro la fisicità della risata. È difficile trovarne una grande, ma la sto cercando.

In passato diceva di essere ambiziosa. Lo è ancora?
Quando sei giovane non sai cosa vuoi diventare da grande. Ho imparato molto su questo concetto e ho scoperto che sono davvero ambiziosa, ma non nel senso che crede lei. In modo più tranquillo, come un’osservatrice che vede quello che è necessario fare e non quello che io voglio fare. Questo termine ha una connotazione negativa, ma senza ambizione non sarei dove sono. A me piace fare, creare ed essere coinvolta, non sono pigra. Ma ora vedo una differenza nel sogno, nella direzione dei miei desideri e lascio degli spazi bianchi che Dio può riempire con risate, panorami da vedere e percorsi da intraprendere.

Continua a parlare di Dio. A cosa si riferisce?
È sempre stato la mia base spirituale. Io credo in qualsiasi cosa si voglia associare all’universo. La parola allontana alcune persone e lo capisco, ma lo concepisco in senso mistico.

In The Informers ha lavorato con Mickey Rourke?
In realtà non l’ho mai visto e non sapevo neppure che fosse nel film. Ma me lo chiedono tutti. Sono felice che le cose gli stiano andando bene, è un attore meraviglioso.

La domanda sul suo divorzio aleggia su di noi ora che Alec Baldwin ha scritto anche un libro. Ne vuole parlare?
È una faccenda privata, preferirei di no. Ma dico sempre: ogni giorno vengono scritti dei libri, chi se ne importa! (E scoppia in una risata liberatoria).